Tre forze si uniscono per tentare il raddoppio

Corriere del Ticino, 25.1.2019

𝘔𝘌𝘕𝘋𝘙𝘐𝘚𝘐𝘖 / 𝘓𝘦𝘨𝘢, 𝘜𝘋𝘊 𝘦 𝘜𝘋𝘍 𝘷𝘰𝘨𝘭𝘪𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘳𝘦𝘴𝘤𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘪 𝘯𝘶𝘮𝘦𝘳𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘧𝘢𝘳𝘭𝘰 𝘖𝘭𝘵𝘳𝘦 𝘢 𝘋𝘢𝘯𝘪𝘦𝘭𝘦 𝘊𝘢𝘷𝘦𝘳𝘻𝘢𝘴𝘪𝘰, 𝘪𝘯 𝘭𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘤𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘔𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘪𝘭𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘙𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘯𝘪, 𝘉𝘦𝘯𝘫𝘪𝘢𝘮𝘪𝘯 𝘈𝘭𝘣𝘦𝘳𝘵𝘢𝘭𝘭𝘪, 𝘚𝘪𝘮𝘰𝘯𝘢 𝘙𝘰𝘴𝘴𝘪𝘯𝘪, 𝘕𝘢𝘥𝘪𝘳 𝘚𝘶𝘵𝘵𝘦𝘳, 𝘙𝘰𝘣𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘗𝘦𝘭𝘭𝘦𝘨𝘳𝘪𝘯𝘪 𝘦 𝘭’𝘦𝘹 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘶𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘧𝘦𝘥𝘦𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘳𝘭𝘶𝘪𝘨𝘪 𝘗𝘢𝘴𝘪

John Robbiani

Il 5 aprile ricordatevi di comprare i popcorn, perché alle elezioni – anche e forse soprattutto a Mendrisio – potrebbe davvero succedere di tutto. Ieri la Lega ha scoperto le carte e presentato – alla presenza del consigliere agli Stati Marco Chiesa – la sua lista, che conferma l’ormai tradizionale alleanza con l’UDC e, da quest’anno, anche con l’UDF (l’Unione democratica federale). Una lista che punta al raddoppio in Municipio e che si rivela essere piuttosto di peso. Oltre all’uscente Daniele Caverzasio in corsa ci sono anche il capogruppo (ed ex municipale) Massimiliano Robbiani, i consiglieri comunali Benjiamin Albertalli e Simona Rossini, il consigliere comunale UDC Nadir Sutter e Roberto Pellegrini dell’UDF. E in lista – sponda UDC – c’è anche Pierluigi Pasi, l’ex procuratore fedale capo già in lista in novembre per il Consiglio nazionale. Per Pasi è un ritorno alla politica comunale visto che – tra il 1992 e il 1998 – era stato eletto nel Legislativo con il PPD. «A Mendrisio può davvero succedere di tutto – ha confermato Caverzasio – e la Lega ha i numeri per sperare in un raddoppio». Ma vediamoli questi numeri. Nel 2016 Lega e UDC avevano ottenuto il 17,6% delle schede (in una tornata che aveva visto l’elezione di Caverzasio in Municipio al posto di Robbiani). Dietro al PLR (23,6%) e al PPD (27,2%). «Ma in questi quattro anni – è stato ricordato – a Mendrisio ci sono stati parecchi stravolgimenti. Si è partiti con un sindaco PPD (Carlo Croci, ndr.) e a metà legislatura ci si è trovati con un sindaco PLR (Samuele Cavadini, ndr.)». «Abbiamo la possibilità di raddoppiare – ha ribadito Robbiani – visti i numeri, la forza della lista ma anche in considerazione della debolezza degli altri partiti». Il capogruppo leghista (che ha espresso il desiderio di tornare in Municipio) ha poi lanciato una stoccata al sindaco Cavadini. «A Mendrisio c’è bisogno di un cambiamento. Il Municipio è un po’ debole e Cavadini, anche se lo rispetto, non è un leader forte come invece avremmo bisogno».

𝙎𝙞𝙣𝙙𝙖𝙘𝙤? «𝘾𝙖𝙡𝙢𝙖 𝙚 𝙜𝙚𝙨𝙨𝙤»

Dalle parole di Robbiani si può dunque dedurre la volontà dei partiti di destra di puntare anche al ruolo di sindaco? A Chiasso (vedasi il CdT di ieri) Roberta Pantani lo ha detto espressamente. A Mendrisio invece si è solamente accennato al tema. «Calma e gesso», ci ha risposto Caverzasio. «Un passo alla volta. Il 5 aprile, risultati alla mano, vedremo come procedere».

𝙄𝙢𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙚 𝙛𝙖𝙧𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙣𝙤𝙨𝙩𝙞𝙘𝙞

E, appunto, non sarà facile capire cosa accadrà. Detto del 17,6% ottenuto nel 2016, alle elezioni cantonali dell’anno scorso Lega e UDC sono saliti al 20,83%, superando il PPD (19,9%) e avvicinandosi al PLR (22,8%). In novembre invece, per le Federali, i due partiti assieme – i dati sono quelli dell’elezione del Nazionale – hanno ottenuto il 22,1% dei voti, tallonando da vicino il PPD (22,8%) e lasciandosi alle spalle il PLR (19.53%) e Verdi e sinistra (18.73%). Risultati di novembre che – pur sottostando a logiche molto diverse rispetto a quelle comunali – dimostrano un elettorato che a Mendrisio è diviso in quattro tronconi che quasi si equivalgono.

𝙎𝙚𝙙𝙞𝙘𝙞 𝙘𝙖𝙣𝙙𝙞𝙙𝙖𝙩𝙞 𝙖𝙡 𝙇𝙚𝙜𝙞𝙨𝙡𝙖𝙩𝙞𝙫𝙤

Sono sedici invece i candidati al Consiglio comunale. Un po’ pochi, rileviamo, in un Comune di 15.000 abitanti e per delle forze che, come detto, raggiungono almeno un quinto dell’elettorato. «È effettivamente un problema», conferma Caverzasio. «Lo è un po’ per tutti i partiti ma, credo, in particolare per noi. A Mendrisio forse più che altrove i partiti storici e le tradizioni familiari giocano ancora un ruolo in questo senso. Magari ci si dice apertamente PPD o PLR ma, nel segreto dell’urna, si vota Lega e UDC. E poi c’è anche un certo distacco dalla politica». «Forse i candidati sono pochi – ha commentato Albertalli – ma di sicuro possiamo dire che sono buoni».